10 ott 2019

Mozione al Governo per riformare il sistema di emergenza sanitaria

Il M5S ha presentato al Senato una mozione che impegna il Governo a riformare il sistema di emergenza sanitaria. La mozione, a prima firma Maria Domenica Castellone, è piuttosto articolata e prevede:
  • l'utilizzo dell'AML (Advanced Mobile Location) per la localizzazione del chiamante;
  • una riforma dell'organizzazione con responsabilità sia provinciale sia regionale;
  • l'obbligo di definire piante organiche medico-infermieristiche dedicate;
  • un collegamento informatico che garantisca il flusso di dati tra mezzi di soccorso e ospedali;
  • specifiche indennità per il personale medico, infermieristico e tecnico che compensino il rischio ambientale, il contesto usurante e l'incidenza di infortuni e aggressioni;
  • convenzioni con le associazioni di volontariato che garantiscano un elevato numero di autisti e soccorritori contrattualizzati;
  • l'accesso diretto al sistema di emergenza sanitaria attraverso il numero 118.
Trascendendo i numerosi refusi del testo disponibile su QS, non ci si può che rallegrare che finalmente venga richiesta l'attivazione della localizzazione tramite AML, benché tale tecnologia, già presente negli smartphone di ultima generazione, venga confusa con le applicazioni scaricabili, e venga chiesta la realizzazione di un'applicazione unica per tutto il territorio che in realtà, nelle Regioni nelle quali le CUR sono attive, già esiste.

La richiesta di “riattivare” l'accesso diretto alle centrali di emergenza sanitaria tramite il numero 118 dimostra invece l'incapacità a risolvere i problemi con soluzioni innovative: se qualcosa non funziona perfettamente, meglio tornare indietro.

Il fatto, inoltre, che nella mozione il numero 118 compaia continuamente in tutto il testo, indica che  in Italia persiste una difficoltà a dissociare la funzione dal numero, quasi come se senza il numero la funzione non esistesse — esistono Vigili del Fuoco che dichiarano di:“Lavorare nel 115”? — e tale difficoltà perpetua le stesse problematiche che hanno per anni ritardato l'attivazione di un sistema di emergenza alla pari con i paesi più avanzati.

Qualcuno sarà in grado, un giorno, di pensare all'emergenza non come a comparti (o numeri) a sé stanti ma come a qualcosa in cui il soccorso sanitario, tecnico e le forze di sicurezza lavorino assieme per il bene dei cittadini?

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