29 giu 2016

Attentati di Bruxelles: gli esperti raccomandano l'integrazione delle centrali operative

Durante i soccorsi per le esplosioni all'aeroporto di Bruxelles, le centrali 112 di Bruxelles e di Lovanio non erano in contatto: il risultato è stato che solo alcuni feriti furono inviati all'ospedale universitario Saint-Luc, sul territorio di Bruxelles e vicino all'aeroporto. Lovanio non volle sovraccaricare l'ospedale dopo l'attentato alla stazione Mælbeek e Bruxelles temeva che avesse già ricevuto i feriti dell'aeroporto (l'attentato sul treno della metropolitana è avvenuto circa un'ora dopo quelli all'aeroporto, ndr).

Il documento sostiene anche la necessità di designare un direttore dei soccorsi per la fase nazionale del piano d'emergenza, sul modello in vigore per le fasi locali. Oltre ad organizzare i differenti enti (polizia, vigili del fuoco e soccorso sanitario), farebbe un rapporto regolare alle autorità ed alla centrale 112, organizzerebbe le zone di intervento, definirebbe i perimetri di azione, etc.

L'esperto insiste anche sulla necessità di mettere a punto uno scenario comune di arresto dei trasporti pubblici, uno dei punti di discussione dopo il 22 marzo:"Chi decide in funzione di quale fase, sulla base di quali disposizioni legali, e chi informa chi?", spiega. (L'unità di crisi del governo prese la decisione di evacuare la metropolitana alle 8:50, ma l'unità stessa non era in contatto con l'azienda dei trasporti STIB. L'allarme arrivò alla centrale 112, sovraccaricata, alle 9:04, troppo tardi. L'esplosione avvenne alle 9:11, ndr).

Viene sollevata anche la questione relativa ai piani di emergenza, che dovrebbero essere più flessibili, sovente appaiono troppo dettagliati e vengono applicati in maniera troppo stretta.

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